Foradori Granato 2016, Vigneti Delle Dolomiti
La cantina Foradori è stata fondata nel 1939 a Mezzolombardo, in provincia di Trento. Elisabetta Foradori ha preso le redini dell’azienda nel 1984, dopo aver terminato gli studi alla scuola enologica di S. Michele all’Adige. Spinta da una forte passione e da un incondizionato amore per la propria terra, Elisabetta si è imposta sin dagli esordi di recuperare quella che è una delle varietà vitate autoctone più antiche della zona, il teroldego, cercando di mettere a punto dei modi per valorizzare quest'uva, e quindi renderla in grado di esprimere il territorio e il suo carattere più sincero e genuino. Questa missione è andata di pari passo con la ricerca di una viticoltura naturale e ha portato, attraverso la selezione massale, al riconoscimento di quindici diversi biotipi di teroldego, uva regina incontrastata del Campo Rotaliano.
Il risultato di Elisabetta è stato quello di ottenere un'uva dalle caratteristiche minerali, floreali e speziate tutt’insieme. Dal 2002 l'agricoltura è stata convertita totalmente alla biodinamica. Gli ettari vitati sono circa 28, si sviluppano tra il Campo Rotaliano e le colline di Cognola e sono impiantati, oltre che con teroldego, anche con incrocio manzoni e nosiola, anch'essi vitigni autoctoni del Trentino.
L'azienda Foradori fa parte de "I Dolomitici", un gruppo di viticoltori della zona uniti dallo spirito pionieristico della biodinamica.
Il "Granato" proviene dai vigneti dei comuni di Mezzolombardo Vignai, Cesura e Regin del Campo Rotaliano, situati nel cuore della Valle d'Adige. I terreni sono di origine alluvionale, con presenza di ghiaia e ciottoli. Il vigneto, interamente biodinamico, è formato da diverse parcelle, di 4 ettari totali. La fermentazione del Vigneti delle Dolomiti Rosso IGT "Granato" di Elisabetta Foradori è avvenuta con lieviti indigeni in grandi tini aperti, mentre l'affinamento è svolto in botti per 15 mesi.
Nel calice si annuncia con un bel colore rosso rubino. Il naso è interamente giocato su note che richiamano la frutta, da cui emergono piacevoli sensazioni di ciliegia e mora, impreziosite da tocchi più legnosi, derivanti dall’affinamento. Al palato è intenso, ampio e fasciante, caratterizzato da una vena minerale e da un sorso dotato di un retrogusto fruttato.